La vicenda dei 9 di condotta trasformatisi per incanto in 6 e 7 dopo l’intervento del Ministro sta creando non poca confusione nel web; i commenti si sovrappongono e non sempre appaiono coerenti fra loro.
In una prima fase la decisione del Ministro di invitare la scuola a riconvocare il consiglio di classe era stata accolta con grande favore (addirittura con un po’ di entusiasmo).
A conti fatti, dopo la decisione della scuola di abbassare i voti, emerge però qualche preoccupazione: “Ma è normale – si chiedono in molti – che il Ministro chieda ad una scuola di correggere i voti?”
Qualcuno si pone qualche dubbio più importante: “Questo apre una strada pericolosa, e se il Ministro un bel giorno invitasse una scuola a rivedere una delibera che ‘in alto loco’ non piace molto?”
E altri: “Apprezzo che la scuola abbia corretto il tiro, ma non doveva essere il Ministro a chiederlo”.
Tutti dubbi e tutte domande che di fatto mettono in evidenza un rapporto mai risolto con il tema della autonomia scolastica.
Da un lato si vorrebbe una scuola libera dal “controllo” della politica, ma dall’altro si desidera che la politica vada in soccorso della scuola quando si tratta di assumere decisioni “impopolari”.
Senza accettare un dato semplice e chiaro: l’autonomia della scuola e degli organi collegiali è necessariamente legata alla responsabilità personale dei soggetti che devono assumere le decisioni.
Non mancano poi coloro che invocano il licenziamento della dirigente scolastica, “colpevole” di non essere riuscita ad evitare il 9 di comportamento già nella prima seduta del consiglio di classe.
Richiesta quando meno curiosa, soprattutto se si considera che il commento prevalente che si legge nei social a proposito del ruolo del dirigente scolastico nei consigli di classe è di ben altro tenore (molti teorizzano che il ds non dovrebbe neppure intervenire nella attribuzione dei voti.
Insomma, da un lato si auspica la totale libertà dei docenti nelle operazioni di valutazione ma dall’altro si desidera la possibilità di un intervento del dirigente nelle situazioni “critiche”.
Difficile dire se queste contraddizioni saranno prima o poi oggetto di riflessione.
Per intanto, quello che è certo è che il Ministro “si gode” un bel momento di popolarità tanto che già oggi ha annunciato che a breve verrà presentato un provvedimento per rivedere le regole per l’attribuzione del voto di comportamento.
Vedremo nei prossimi giorni cosa uscirà dalle stanze del Ministero, senza dimenticare, però, che per cambiare alcune regole bisognerà quasi certamente modificare alcune norme di legge e a quel punto l’operazione potrebbe risultare meno semplice del previsto.