Come abbiamo scritto qualche giorno fa, la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti crede che nella scuola primaria bisogna tornare al voto numerico per valutare gli alunni, sostituito dal giudizio, che a suo avviso “ha creato solo confusione nelle famiglie, complicando il lavoro dei docenti”.
La sottosegretaria ora è tornata sull’argomento, rilasciando alcune dichiarazioni a Il Fatto Quotidiano: “L’idea di tornare al voto o al giudizio tradizionale (insufficiente, discreto, ottimo) nasce dall’ascolto di tantissime famiglie che non comprendono appieno gli attuali giudizi così come anche di molti maestri e maestre. Non capisco quale sia il timore nel ripristinare una valutazione più chiara. Nella vita i voti arrivano in ogni caso inesorabili e abituarsi da bambini è un modo per prepararsi alle valutazioni future, certo con questo nessuno vuole drammatizzare il brutto voto ma far capire che c’è la possibilità serenamente di poter migliorare”.
Non è d’accordo la professoressa Elisabetta Nigris, docente dell’Università di Milano Bicocca che con i rappresentanti di altre università, di Indire e Invalsi oltre a insegnanti, ispettori ministeriali e dirigenti scolastici aveva lavorato sui criteri per la valutazione, arrivando alla stesura della nuova ordinanza in risposta alla legge del Parlamento che nel maggio 2020 eliminava i voti alla primaria.
Ecco le sue parole: “La valutazione ha un valore formativo e non sanzionatorio e la valutazione descrittiva ha la possibilità di individuare e spiegare con maggiore rigorosità quello che il bambino ha imparato nella sua interezza e nella sua articolazione”. La sottosegretaria ha replicato così: “Anche la valutazione numerica o i giudizi tradizionali hanno valore formativo e non penso che ci sia in questo una intenzione sanzionatoria. Dare atto che uno scolaro ha una preparazione insufficiente non è una sanzione ma una valutazione che deve stimolare a migliorare”.
Da parte sua la professoressa Nigris ha reagito ricordando che sarebbe stata necessaria una formazione a tappeto, come era stato chiesto dal gruppo di lavoro ministeriale, e ha ribadito la validità di questo approccio alla valutazione confermato dalla ricerca internazionale: “La valutazione descrittiva aiuta i bambini a imparare meglio e in modo più efficace. Nel Paese europeo, la Finlandia, dove ci sono migliori risultati Ocse Pisa non si valuta fino a 12 anni con il voto. Sono ormai molte le scuole secondarie, in Italia, che stanno sperimentando la valutazione descrittiva durante l’anno scolastico, al di là del voto in pagella che ancora è previsto dalla legge. E questo è apprezzato da ragazzi, mamme e papà. La confusione che alcuni genitori denunciano è dovuta al fatto che in questi anni non si è investito nella formazione e soprattutto in questo ambito; dopo tre anni di lavoro in quella direzione ora è assurdo cancellare il cammino fatto da molte scuole e molti insegnanti che si sono impegnati nel migliorare il percorso formativo dei loro allievi con grande sforzo e passione”.
Sui tempi di discussione del nuovo contratto, il Ccnl 2022/24, qualche giorno fa Frassinetti ha spiegato che “la nuova Legge di Bilancio includerà investimenti sugli stipendi dei docenti: da gennaio 2024 la busta paga vedrà un aumento di circa 200 euro lordi” (anche se oltre la metà dei docenti e Ata, in base quanto emerso da un sondaggio della Tecnica della Scuola, sembra non reputare la cifra ancora adeguata a colmare il gap rispetto all’inflazione) “derivanti da vari aggiustamenti e bonus. A dicembre, è previsto un anticipo tra 700 e 1.200 euro per i docenti di ruolo, oltre al taglio del cuneo fiscale. Misure che riflettono l’impegno del Governo e del Ministero per valorizzare e riconoscere il ruolo fondamentale dei docenti”.
A proposito di uno dei temi più di attualità, le violenze in atto tra israeliani e arabi, con riflessi anche nelle aule scolastiche, Frassinetti ha tenuto a precisare che “ogni episodio di antisemitismo nelle scuole va bloccato sul nascere e gli insegnanti devono impegnarsi ad essere obiettivi condannando ogni forma di sopraffazione e violenza”.
Inoltre, bisognerebbe “intensificare i viaggi degli studenti nei luoghi dove si sono verificate le maggiori tragedie della storia può essere utile a far riflettere i nostri giovani”.
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