Avvicinare i giovani alla politica. Enrico Letta, ex presidente del Consiglio, ha parlato, La Repubblica, di una riforma costituzionale per abbassare l’età per andare a votare. Per l’attuale direttore della prestigiosa scuola di Scienze Politiche a Parigi anche i 16enni dovrebbero avere diritto di voto.
“Con questa maggioranza si può fare”, sostiene Letta, che poi aggiunge: “L’avevo avanza già due anni fa. Adesso è diventata urgente. È un modo per dire a quei giovani che abbiamo fotografato nelle piazze, lodando i loro slogan e il loro entusiasmo: vi prendiamo sul serio e riconosciamo che esiste un problema di sotto rappresentazione delle vostre idee, dei vostri interessi”.
Il diritto all’elettorato attivo è regolato dalla Costituzione. L’art. 48 comma 1 dice che “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età”.
Fino al 1975, la maggiore età era fissata a 21 anni, poi scesa a 18 anni.
Per il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti “è una buona idea: sono convinto che bisogna essere intelligenti con l’inclusione e l’integrazione, è l’unico sistema che funziona. Mi sembra giusto darla a chi di fatto è italiano”.
Dello stesso parere anche Lucia Azzolina, sottosegretaria all’Istruzione, afferma in un’intervista a Repubblica: “Se lo spieghiamo bene agli italiani si può fare un passo di civiltà su un tema fin qui inquinato da Salvini”.
“Il voto ai sedicenni è una proposta che portiamo avanti da sempre e che sosteniamo con forza. I giovani in Italia vengono definiti, a seconda del momento, choosy, viziati, “gretini”: per noi questi giovani vanno soprattutto rispettati, ascoltati e messi al centro della nostra politica. Sono una risorsa preziosa e sono il futuro di un’Italia che si informa, che partecipa e che deve essere valorizzata sempre di più”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook.
“Se a 16 anni un giovane può lavorare e pagare le tasse – aggiunge Di Maio – dovrebbe almeno avere il diritto anche di votare e scegliere chi decide della sua vita”.
D’accordo anche il premier Giuseppe Conte: “Abbassare la soglia per votare a 16 anni per me va benissimo. Ci sta. In altri ordinamenti già lo fanno. Non è cominciata ancora una riflessione di governo ma potremmo farla: anzi forse sarebbe più utile che la si facesse in sede parlamentare”.
Secondo quanto riporta il documento ufficiale della Cia World Factbook, sono numerosi i Paesi che garantiscono agli under 18 la possibilità di votare.
In Europa avviene in Austria, dove è possibile andare alle urne a 16 anni dal 2007, così come in Germania, dove dal 2011 i sedicenni di alcune regioni possono votare alle elezioni regionali e locali.
In Bosnia, Croazia, Serbia e Slovenia si può votare a 16 anni se si possiede un posto di lavoro, mentre in Ungheria si può andare alle urne a quell’età se si è sposati. Diverso il caso della Grecia, dove nel 2016 è stata approvata riduzione da 18 a 17 anni.
Per quanto riguarda i Paesi fuori dall’Europa, in Israele si può votare da under 18 soltanto in alcune elezioni locali e soltanto da 17enni.
In Indonesia non c’è limite di età per andare a votare se si è sposati. In caso di celibato, invece, si può andare alle urne a 17 anni.
In Argentina è dal 2012 che si può votare a 16 anni, mentre in Brasile il voto è obbligatorio dai 18 ai 70 anni, facoltativo dai 16 ai 18 e dopo i 70 anni. Stesso discorso per l’Ecuador, dove 16enni e 17enni possono ma non sono obbligati a votare. In Nicaragua invece dal 1984 l’età minima è stata portata dai 21 ai 16 anni.
Anche a Cuba si può votare a 16 anni mentre in Sudan, Corea del Nord e Timor Est l’età minima è di 17 anni.
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