“Al voto, al voto!”: é il grido che da un paio di giorni echeggia nei social e anche nei gruppi FB che si occupano di scuola.
E c’è anche chi auspica senza mezzi termini il ritorno alle urne già nel mese di giugno.
A “spingere” per questa soluzione è soprattutto il M5S; è di queste ore, per esempio, un post FB della senatrice Bianca Laura Granato che così si conclude: “Qualsiasi tentativo di governo contro i cittadini stavolta troverà un’opposizione dei 338 parlamentari del Movimento 5 Stelle! Si tornerà presto alle urne e stavolta nulla sarà lasciato al caso per poter ricostruire il paese che vogliamo dalle macerie che ci hanno lasciato e in cui ci vorrebbero lasciare!”
Ma è davvero possibile votare nuovamente prima dell’estate?
In realtà l’ipotesi appare molto suggestiva ma pressoché irrealizzabile.
Le norme in vigore pongono dei limiti temporali precisi.
L’articolo 61 della Costituzione stabilisce che le elezioni debbano svolgersi entro 70 giorni dalla data di scioglimento delle Camere.
Inoltre l’art.11 del TU sulle norme elettorali recita: “I comizi elettorali sono convocati con decreto del Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri. Lo stesso decreto fissa il giorno della prima riunione della Camera nei limiti dell’art. 61 della Costituzione. Il decreto è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale non oltre il 45° giorno antecedente quello della votazione“.
Quindi votare il 10 giugno contemporaneamente al prossimo voto amministrativo è ormai impossibile.
Si potrebbe pensare al 24 giugno, data in cui nelle città con oltre 15mila abitanti si potrebbero svolgere i ballottaggi. Per farlo sarà necessario però che il decreto di indizione delle elezioni venga pubblicato 45 giorni prima e cioè non oltre il 9 maggio.
Questo significa che il Presidente Mattarella dovrebbe sciogliere le Camere già nei prossimi giorni in modo da consentire al Governo in carica di firmare il decreto entro l’8 maggio: una vera e propria corsa contro il tempo che sembra davvero altamente improbabile.
Non va sottovalutato un altro problema: votare il 24 giugno vorrebbe dire tenere impegnate le scuole sedi di seggio proprio nei giorni in cui saranno in corso gli esami di Stato.
Resta pur sempre l’ipotesi del voto in autunno con il rischio che l’operazione rallenti in modo significativo l’approvazione della legge di bilancio 2019. Peraltro va anche detto che dal 1948 ad oggi mai le votazioni si sono svolte nel periodo fra luglio e gennaio; in una sola circostanza (2013) si sono svolte nel mese di febbraio e in due circostanze (1994 e 2018) nel mese di marzo.
Ma, come tutti sanno, la prima regola della politica sia riassume sempre con il titolo di un celebre film dell’agente segreto più famoso del mondo: “Mai dire mai”.
In collaborazione con Maestrainbluejeans, ecco le cornicette natalizie, perfette per decorare ogni progetto con stile.…
In molti ricorderanno il tristissimo episodio che ha visto un alunno di sedici anni aggredire…
Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, in una lettera pubblica sul quotidiano Il Tempo, spiega di essere pronto…
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…