Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è stato intervistato ai microfoni di Libero Quotidiano, come riporta Agenzia Nova. Il numero uno di Viale Trastevere ha toccato vari temi di grande attualità per la scuola, tra cui la riforma della condotta e la violenza tra le aule scolastiche.
“Quella che stiamo riformando è una scuola che riconosce i talenti e li valorizza, ma che al contempo responsabilizza i giovani, che pretende da loro impegno e responsabilità nell’interesse dello studente stesso”, ha esordito. “Noi, forti del mandato ricevuto dagli elettori, stiamo realizzando un cambiamento culturale. Il Pd e la sinistra si rassegnino: il modello che ci hanno imposto dal ’68 in poi – che non prevede si parli di autorevolezza del personale scolastico, che confonde rispetto verso l’autorità con autoritarismo, che predilige la responsabilità sociale a quella personale, che non sopporta la valutazione, che ha tanti diritti e pochi doveri -, ecco quel modello lì a noi non piace e lo stiamo cambiando”.
“Ci sarà un cambiamento radicale e diventerà centrale ai fini del giudizio finale, perché con un 5 in condotta lo studente verrà bocciato – e questo accadrà già a partire dalle scuole medie -, mentre con il 6 verrà rimandato a settembre. Dovrà comporre un testo nel quale dovrà dimostrare di aver capito dove ha sbagliato. In quel contesto sarà interrogato sui valori costituzionali e sui fondamenti dell’educazione civica“, ha spiegato nuovamente.
E, sulle nuove regole sulla sospensione: “Sì e anche in questo caso l’approccio è piuttosto pragmatico. Se lo studente verrà sospeso fino a due giorni dovrà fare più scuola; se sarà sospeso per più di due giorni ugualmente non se ne starà a casa a giocare ai videogiochi o a guardare la televisione, ma attraverso una serie di accordi che dovranno essere sottoscritti dagli uffici scolastici regionali, dovrà prestare la sua opera in attività di cittadinanza solidale. Ci sarà un elenco di destinazioni possibili e sarà la scuola a decidere”.
“La denuncia penale, tranne nei casi più gravi, difficilmente ha conseguenze concrete. Per questo abbiamo deciso di inserire delle sanzioni pecuniarie che, a seconda della gravità dell’accaduto, possono andare da 500 a 10.000 euro. Sarà la scuola ad agire direttamente contro gli aggressori e la riparazione pecuniaria andrà direttamente nelle casse dell’istituto. E’ una sorta di risarcimento del danno d’immagine”.
Un altro punto che sta facendo molto discutere è quello delle nuove valutazioni: “Anche questa polemica della sinistra è mistificante. I giudizi analitici resteranno perché servono a costruire il portfolio dello studente. Solo che saranno più semplici rispetto a quelli spesso incomprensibili di oggi e resteranno a disposizione dei genitori. Sostituiremo le valutazioni sintetiche con ottimo, buono, discreto, sufficiente, insufficiente. Facciamo una operazione di chiarezza che servirà a far capire anche allo studente a che punto è la sua preparazione”, ha concluso Valditara.
Come abbiamo scritto, il disegno di legge sulla valutazione del comportamento degli alunni subirà un rallentamento significativo. Il 17 aprile, infatti, il provvedimento è stato votato dal Senato e trasmesso alla Camera che però potrà esaminarlo non prima dell’inizio del mese di maggio.
Il ministro Valditara si è dichiarato molto soddisfatto del risultato: “L’approvazione della riforma della valutazione della condotta rappresenta un importante passo in avanti nella costruzione di una scuola che responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti. A differenza di quanti parlano di misure autoritarie e inutilmente punitive, io rivendico la scelta di dare il giusto peso alla condotta nel percorso scolastico degli studenti. Ritengo che nel caso di atti di bullismo non solo sia inutile ma anche dannoso tenere il ragazzo lontano da scuola, lasciato a non fare nulla. Sono convinto che l’impegno in attività sociali sia molto più costruttivo, perché lo studente possa analizzare e comprendere i motivi dei propri comportamenti inappropriati”.
Se non ci saranno altri intoppi il disegno di legge potrebbe essere approvato definitivamente a metà maggio, poi ci sanno i tempi tecnici per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e per l’entrata in vigore, che a questo punto potrebbe arrivare verso fine maggio.
Da quel momento il Governo avrà 180 giorni (sei mesi!) di tempo per adottare un apposito regolamento che dovrà modificare le norme in materia di valutazione del comportamento degli studenti. Da osservare che la procedura non sarà proprio semplicissima: sarà infatti necessario uno schema di regolamento da adottare in sede di Consiglio dei Ministri; lo schema dovrà essere esaminato dal Consiglio di Stato che avrà poi 90 giorni di tempo per esprimere il proprio parere. Solo successivamente il Governo potrà emanare il regolamento definitivo.
Tenuto conto poi che nei mesi di luglio e agosto il lavoro istituzionale subirà un certo rallentamento si comprende facilmente che avere il regolamento pronto per settembre non sarà operazione semplicissima, anzi ci sono buone probabilità che, nel concreto, le nuove regole non entrino in vigore con l’avvio del prossimo anno scolastico.
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