Sul dilemma voto numerico o giudizi descrittivi non mancano le prese di posizione da parte del mondo della scuola.
Per parte nostra continuiamo a raccogliere ulteriori punti di vista.
“Il voto in decimi o con giudizi – sostiene Mario Rusconi, presidente dell’ANP Roma – è un falso problema. I numeri decimali o i giudizi devono fare riferimento a criteri validi, condivisi, verificabili. Se il voto decimale è disgiunto da un riferimento preciso ad un descrittore dell’apprendimento non generico ma puntuale, diventa un simulacro di valutazione, privo di ogni validità docimologica ma anche comunicativa, piegato ad una soggettività superficiale e poco meditata”.
Meglio il giudizio, allora?
Chiarisce Rusconi: “Per la verità anche un giudizio generico, infarcito di psicologismi, slegato da un criterio verificabile, pieno di sensazioni o percezioni episodiche non aiuta a comprendere la condizione formativa dello studente. Dobbiamo evitare guerre ideologiche prive di senso, divisive, non basate su di una logica professionale”.
Ma c’è anche chi ritiene che il voto numerico sia sbagliato “a prescindere”.
“Il voto andrebbe tolto anche dalla secondaria” sostiene Stefano Stefanel, dirigente scolastico del liceo “Marinelli” di Udine che aggiunge: “Il voto è fuorviante, al massimo è una misurazione di parte”.
Quale dovrebbe essere l’alternativa?
“Sarebbe necessario personalizzare il percorso formativo di tutti gli studenti e poi valutarlo in termini di competenze acquisite e traguardi raggiunti – spiega Stefanel – Il voto invece è una sgangherata media di prodotti (compiti o interrogazioni) privi di qualunque valore docimologico o valutativo. Serve solo a definire standard privi di valore scientifico. Decisi dai singoli docenti e con nessun aggancio al reale percorso dello studente”.
Franco De Anna, ex dirigente tecnico che si è occupato molto di valutazione di sistema, è lapidario: “Più è ‘variabile e personalizzato’ ciò che si vuole valutare e più perde di significanza ha una ‘scala numerica’. Peraltro vale la pena di rimarcare che la stessa scala numerica che si usa in genere per la valutazione degli alunni è sbagliata essa stessa. Infatti Dovrebbe andare da 0 a 10 con ‘gradini’ di 1, ma la si usa quasi sempre da 4 a 8, riempiendola però di + o di -, o di mezzi voti e così in tutto questo c’è ben poco di scientifico”.
“Sul fatto che il voto numerico non abbia alcuna validità scientifica non ho nessun dubbio – conclude Aluisi Tosolini, dirigente presso il liceo ‘Bertolucci’ di Parma – il voto è solo un feticcio e se ne potrebbe fare tranquillamente a meno anche nella scuola secondaria”.
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