Stanno riscuotendo un certo successo le iniziative di alcuni sindacati di base tese ad evitare l’uso del voto numerico nella valutazione di fine anno.
In diverse scuole d’Italia – fa sapere l’Unicobas – è già stata votata una mozione in cui si evidenzia la necessità che “la valutazione finale, anche con riferimento a quanto fatto durante il periodo di chiusura delle scuole per l’emergenza Covid 19, venga organizzata prioritariamente in un giudizio sintetico/descrittivo nel quale confluiscano le osservazioni sui percorsi di apprendimento cognitivi (ed emotivi) di ogni alunno o alunna sulla base delle informazioni raccolte e del lavoro pregresso svolto nella prima parte dell’anno scolastico in corso e tenuto conto anche degli eventuali anni scolastici precedenti”.
Ma perché insistere sulla eliminazione dei voti?
“La didattica a distanza – spiega Unicobas – ha accentuato le distanze, esacerbato gli effetti di vecchie e nuove povertà, nonché i condizionamenti dovuti allo status economico e culturale delle famiglie di ciascuno dei nostri alunni e delle nostre alunne, laddove si dovrebbe ‘rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana’ (art. 3 della Costituzione italiana). Da ciò ne discende che una valutazione in scala numerica, come previsto dall’Ordinanza Ministeriale n. 11 del 16/5/2020 appena approvata, non tradurrebbe la complessità dei molteplici significati che i ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine hanno dato all’esperienza del distanziamento sociale e dell’impossibilità di essere direttamente raggiunti dalla scuola e dal gruppo dei pari”.
La CUB Scuola, per parte sua, ha lanciato la proposta di “dare 10” in tutte le discipline a tutti gli alunni della scuola primaria e sembra che qualche scuola abbia proprio intenzione di muoversi in questa direzione.
Per tentare di risolvere il problema alla radice, la senatrice DEM Vanna Iori ha presentato un emendamento al decreto scuola che prevede appunto la possibilità, almeno per quest’anno, di non usare il voto numerico nella scuola primaria.
Nella giornata di martedì 26 sapremo se la Commissione Cultura del Senato darà il via libera alla proposta.
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