I lettori ci scrivono

Voto sì, voto no? Sono a favore del voto e ve lo spiego con una poesia

Rispondo al vostro invito con piacere

sul voto o su giudizio, aspra contesa.

Io faccio a lor signori qui notare:

la classe dei maestri ora palesa

che i nostri frugoletti di 6 anni

ai tanti bei giudizi non avvezzi,

desiano una scala senza affanni

che loro dia il grado degli inizi.

Perché si sa, signori, che il numero

s’impara ancora prima del vocabolo,

e quando chiedi a lor che età hanno

non dicono né “giovani” né “anziani”,

ma il cenno con le dita loro fanno

perché di quei concetti ancora inani.

Perciò per qual motivo sconosciuto,

ci tengono che ai bimbi sia celato

un numero che è a loro familiare

e gli indica la strada ancor da fare?

Se alla secondaria ci spostiamo

ci dicono i docenti assai esperti:

“gli alunni più letargici invogliamo

coi voti grazie ai quali tu sovverti,

il loro impegno e la preparazione”.

E se allora il voto è più efficace,

rispetto ad un giudizio nebuloso,

per mettere le ali agli studenti

non vedo che ci sia poi di male,

lo disse pur Bassani in altri tempi.

Nel suo capolavoro in cui parlava

di quel giardino dei Finzi-Contini

il grande letterato ricordava

il suo cinque in matematica rosso

chè a giugno trasparenza prevaleva:

nè sei con l’asterisco nè promosso.

Ma questo voto dava carburante

e a ottobre ei diveniva assai prestante,

sicchè quel voto più non sfigurava

nell’eccellenza dei voti che egli aveva.

Da allora per decenni mai nessuno

restò dai numeri traumatizzato!

Se solo dai il giudizio ad ognuno:

“Va be’, prof, ma quanto ho totalizzato?”

Il mondo è pur contabile, signori,

e loro lo hanno già sperimentato,

lo sport li ha addestrati a coppe e ori,

si misurano i suoni ed i colori,

i salari contano i genitori,

delle analisi del sangue i valori.

Non fate il loro bene, pedagoghi,

volete farli crescer nell’ovatta?

Non fate solamente i demagoghi,

volete che essi usan cataratta

andando per il mondo, là tra i rovi?

Pensate ad i futuri cittadini

cresceteli pensando al loro bene.

Il voto non è mai sanzionatorio,

il suo è uno scopo formativo,

errato è interpretare il contrario,

e quando esso appare negativo

è sempre accompagnato da un commento

che indica all’alunno la via giusta.

Pel saggio insegnante è uno strumento

e non lo usa mai come una frusta,

talchè di un alunno che s’è perso

e che di applicarsi ha poca voglia

è bello l’osservare il sorriso

che accompagna il nodo che egli sbroglia,

e il voto d’improvviso è positivo!

È in quel momento che il docente ha vinto:

gli ha insegnato a scalar montagna:

Teseo dal labirinto è ora uscito

Minosse è stato ucciso nella pugna.

Eva Battiloro

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