Cresce il numero di alunni con disabilità. E, di conseguenza, si impenna il numero di docenti di sostegno: rispetto al totale dei docenti, il contingente degli insegnanti specializzati nella didattica rivolta agli alunni disabili, è infatti passato dall’8,6% nell’a.s. 2001/2002 al 16,3% nell’a.s. 2016/2017. I dati sono contenuti in un report pubblicato il 14 maggio sul sito internet ministeriale, dal titolo ‘Principali dati relativi agli alunni con disabilità per l’a.s.2016/2017’.
“In valore assoluto – scrive il ministero dell’Istruzione – la dotazione organica di docenti, nell’a.s. 2016/2017, risulta complessivamente pari a 855.734 unità; di questi oltre 139.000 sono docenti per il sostegno.
Sui vari ordini di scuola essi sono così distribuiti: nella scuola dell’infanzia il numero complessivo dei docenti si è attestato sulle 97.781 unità e i docenti per il sostegno sui 14.146, per la scuola primaria il numero complessivo dei docenti si è attestato a 273.804 unità e i docenti per il sostegno intorno alle 50 mila unità, per la scuola secondaria di I grado il totale docenti è stato pari a 194.688 e i docenti per il sostegno a 38.576; per la scuola secondaria di II grado il numero complessivo dei docenti si è attestato a 289.461 e il contingente di sostegno intorno alle 37 mila unità.
Entrando del dettaglio della tipologia di contratto sottoscritto, “dei 139.554 docenti per il sostegno nell’anno scolastico 2016/2017, 87.605 hanno un contratto a tempo indeterminato e 51.949 un contratto a tempo determinato.
La quota di insegnanti per il sostegno a tempo indeterminato sul totale dei docenti per il sostegno è pari al 62,8%; nell’anno scolastico 2001/2002 tale rapporto si attestava sul 60,8%. Se si considerano gli ultimi 15 anni, la quota di insegnanti per il sostegno a tempo indeterminato sul totale dei docenti per il sostegno ha toccato il suo valore minimo nell’a.s. 2006/2007 con il 48,1%”.
Il numero di posti assegnati a tempo determinato, comunque, è destinato a rimanere fissato sulle attuali proporzioni: in vigore, infatti, permane la Legge 128 del 2013, sottoscritta dall’allora ministra dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che obbliga il Miur a mantenere il 30% di posti cosiddetti “in deroga”, ovvero cattedre libere ma in realtà assegnabili non oltre il 30 giugno dell’anno successivo e quindi non utili per essere coperte con assunzioni a tempo indeterminato.
Considerando che solo poche migliaia di precari sono attualmente in possesso della specializzazione per insegnare ai disabili, questo significa che i docenti che nei prossimi anni si dovessero specializzare nel sostegno, avrebbero sicuramente la possibilità di trovare un’occupazione, anche se per diverso tempo solo di tipo annuale: i posti vacanti, infatti, sono tantissimi ma in larga parte assegnabili solo di anno in anno.
Tanto è vero che in certe province, soprattutto del Nord Italia, le cattedre libere di sostegno continuano ad essere assegnate, in autunno dopo avere atteso invano l’arrivo di un docente specializzato, ai neo laureati (a volte anche laureandi o solo diplomati) senza alcuna esperienza con i disabili quasi sempre quindi non specializzati e nemmeno abilitati.
Certamente, questo non vuol dire che un docente debba necessariamente specializzarsi nel sostegno: per svolgere la didattica specifica per gli alunni disabili rimane indispensabile avere predisposizione ed interesse, altrimenti si rischia di svolgere la professione senza l’impegno e la convinzione necessarie per supportare un alunno da sostenere sempre a trecentosessanta gradi.
A livello territoriale, con riferimento all’ultimo anno scolastico, per le varie aree territoriali sussistono notevoli differenze, si nota infatti come il contingente dei docenti per il sostegno in percentuale del totale dei docenti sia prossimo al 16,2% nel Nord-Ovest, al 14,1% del Nord-Est, al 19,1% nelle regioni del Centro e al 15,8% nel Mezzogiorno; per ordine di scuola, la percentuale dei docenti per il sostegno sul totale dei docenti è prossima al 14,5% nella scuola dell’infanzia, al 18,2% nella scuola primaria, al 19,8% nella scuola secondaria di I grado e al 12,8% nella scuola secondaria di II grado
Per chi vuole saperne di più su come diventare oggi insegnante negli istituti scolastici pubblici, anche di sostegno, La Tecnica della Scuola mette disposizione dei suoi lettori un dettagliato Focus.
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