A leggere i freddi numeri, oggi chi decide di fare l’insegnante ha la strada sempre più in salita. Da un’analisi della Cgia di Mestre, risulta che tra il 2008 e il 2013 sono stati cancellati oltre 100mila posti. E che assieme ad altre professioni – i ragionieri, gli amministratori delle piccole imprese, i muratori, i carpentieri, i ponteggiatori, i falegnami – la categoria è ufficialmente tra quelle più in crisi: “a seguito dei tagli avvenuti in questi ultimi anni anche nel pubblico impiego – scrive il sindacato veneto il 26 luglio – , gli insegnanti delle scuole secondarie e post-secondarie e le forze di polizia di stato, i vigili urbani e i vigili del fuoco hanno subito una contrazione molto preoccupante: i primi sono diminuiti di quasi 101 mila unità (-19,5%), i secondi di oltre 97 mila (-23,9%)”.
Premesso che i tagli non hanno riguardato solo i docenti delle superiori, come sanno bene gli addetti ai lavori, il dato che emerge dalla ricerca sindacale è che oggi fare l’insegnante comporta dei rischi. Ed il pericolo di rimanere precari per un lungo periodo è decisamente più alto rispetto a 10 anni: oltre alla riduzione di posti, infatti, negli ultimi anni l’avanzamento della disoccupazione ha incrementato il numero di aspiranti docenti. Soprattutto di quelli in possesso di titoli di studio di medio e alto livello, diploma di maturità e laurea, che si sono ritrovati senza occupazione.
Sempre secondo la Cgia di Mestre, la professione più “falcidiata” dalla crisi economica è stata quella dei ragionieri. A fronte di una diminuzione di oltre 441 mila unità, in termini percentuali la “caduta” è stata pesantissima: -40,1%. Non è andata altrettanto bene nemmeno agli imprenditori e agli amministratori delle piccole imprese che hanno visto ridursi la platea degli occupati di quasi 215 mila unità (-38,4%). La crisi dell’edilizia ha “gettato sulla strada” anche moltissimi muratori, carpentieri e ponteggiatori. In termini assoluti si sono trovati senza un lavoro in oltre 177 mila (-24,7%). Male anche la situazione di artigiani e operai specializzati del legno, del tessile e dell’abbigliamento: la flessione è stata di oltre 109 mila unità (-23,9%).
Di contro, estetisti, parrucchieri, colf, badanti, camerieri, magazzinieri, pony express, etc., sono i lavori che in questi ultimi anni non hanno conosciuto la crisi. Per estetisti, parrucchieri, colf e badanti è stato registrato un aumento in termini assoluti pari a oltre 314 mila unità (+71,7%). E a svolgere queste professioni non sono solo immigrati: nonostante il peso della componente straniera sfiori ancora l’80% del totale degli occupati in questo settore – prosegue -, tra il 2012 e il 2013 la presenza delle italiane è aumentata di quasi il 5%, mentre gli stranieri sono diminuiti dell’8%”.
Buone notizie anche per gli aspiranti camerieri, che hanno fatto registrate un incremento di posti di lavoro pari ad oltre 251.500 (+31,5%), ma anche per i magazzinieri e i pony express, con oltre 125.600 occupati in più (+43,2%). Tutte professioni, però, di basso livello professionale. Che per un aspirante docente non possono proprio costituire l’alternativa ideale.