Il decreto attuativo n.383 della delega sulla “Buona Scuola” tratta delle scuole italiane all’estero. Debutta la formazione propedeutica dei docenti e si crea un sistema di valutazione della formazione italiana nel mondo.
La specializzazione della docenza all’estero è, ad oggi, molto scarsa con poca qualità dell’insegnamento. Allo stesso tempo si registra un aumento della domanda di docenti specializzati di lingua e cultura. Pertanto il Miur, con questo provvedimento, vorrebbe innalzare la qualità professionale dei docenti italiani.
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Gli insegnanti – riporta Italia Oggi – dovranno avere una solida formazione glottologica e didattica con titoli specifici per l’insegnamento della lingua italiana (L2). Importante sarà anche la conoscenza di realtà internazionali e dei contesti socio-economici e culturali che servirà anche per promuovera la cultura del Belpaese anche fuori dai confini italici.
Saranno allestiti dei corsi di formazione da 25 ore per ciascuna unità di personale l’anno e che i costi di docenza siano di 100 euro l’ora. Ogni corso costerà 2.500 euro. Si formeranno 674 docenti, 10 per ogni sede, attivando 68 corsi. Si arriverebbe così a una spesa per lo Stato pari a 170mila euro annui dal 2018, risorse che si troveranno nei risparmi realizzati dalla riforma complessiva del trattamento economico all’estero previsto dalla stessa delega. Inoltre l’e-learning sarà una delle alternative per la formazione propedeutica e la soluzione da privilegiare per quella in servizio.
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Le scuole italiane all’estero potranno partecipare ai bandi relativi al Piano nazionale scuola digitale. Per quanto riguarda gli insegnanti Miur e Maeci definiranno criteri e modalità per la formazione del personale all’estero, per riconoscere un profilo professionale specifico. Il periodo di permanenza fuori dei docenti verrà ridotto dagli attuali 9 a 6 anni per evitare un periodo troppo lungo di distacco dal sistema nazionale.
Sono previste maggiori e nuove sinergie con istituzioni ed enti che promuovono e diffondono la nostra cultura nel mondo e, infine, piena trasparenza delle scuole all’estero all’interno del portale unico della scuola.
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