Web e scuola

Sto tornanado a casa dopo una mattinata di lezioni e ascolto la radio. Ho speso doverosamente le mie energie per spiegare in classe concetti non di facile digestione come fonte, testimonianza, storia della tradizione, documento. Al Tg1 parte un servizio su un progetto scolastico nazionale che si propone di aiutare gli studenti nelle loro ricerche sul web. Bene. Interviene un responsabile del ministero; esordisce: “Oggi la scuola deve farsi carico anche…” Comincio a sentire una punta d’irritazione. (Di che cos’è che oggi la scuola e gli insegnanti non debbono farsi carico? Si starebbe meno, appunto, a dire da quali mansioni li vogliamo pietosamente esentare.)

Ma il punto è: se vogliamo educare gli studenti all’uso del web, dovremmo come minimo preoccuparci che gli insegnanti sappiano, a loro volta, usare il web. Molti lo sanno fare, hanno imparato rigorosamente da soli e a proprie spese, è giusto dirlo. Io, per esempio, ho imparato molto da un mio Maestro di lettere classiche e non è un caso, visto che i colleghi di latino e greco per loro natura sono stati tra i primi a voler padroneggiare internet, che è anche il nuovo supporto nella storia della tradizione (pietra, rotolo di papiro, carta, floppy disk, cd, e-book e così via). Ma bisognerebbe spendere per una formazione seria. Il peggio viene dopo: interviene un esperto e spiega che bisogna aiutare gli studenti a orientarsi nel web “come prima si faceva, portandoli in biblioteca”, perché, aggiunge, i criteri di ricerca sono in fondo molto simili. Qui l’irritazione si fa più forte.

Va bene la sintesi giornalistica, ma come si fa a parlare di biblioteche così, neanche fossero la grotta Lascoux? Chiunque abbia un minimo di esperienza sa che la scoperta di come si fa ricerca si realizza efficacemente prima di tutto in una biblioteca. Chi sa cercare in una biblioteca, chi sa interrogare un libro, un indice, una scheda, impara a cercare con criterio anche nel web.

Del contrario non sarei tanto sicura. E’ giusto che la scuola usi tutti i mezzi del presente (sempre che sia in grado di farlo); è sbagliato, sotto il pretesto del presente, trascurare le biblioteche e quelle scolastiche in particolare; è colpevole far credere che per tutto basti il web, accettando quel copia-incolla (per lo più mal fatt o) che è alla base di tante “ricerche” che circolano nelle nostre classi.

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