In Veneto le superiori tornano a scuola l’1 febbraio se il trend epidemiologico conferma l’appiattimento della curva. Lo sostiene il Presidente della Regione Luca Zaia che in conferenza stampa ha aggiornato i cittadini circa la situazione relativa al COVID-19 in Veneto.
“Si tornerà a scuola se non ci saranno cambiamenti repentini dello scenario, secondo una ipotesi ragionevole e prudenziale,” afferma il governatore. E continua: “è vero che una rondine non fa primavera ma adesso abbiamo un trend di 25 giorni di calo della curva. Ma dovremo fortemente monitorare la scuola, perché non si va verso una dimunizione del rischio, si va verso un aumento del rischio.“
“Chiudere le scuole è una sconfitta, è come rinunciare a un grande progetto, ma la comunità deve essere messa in sicurezza. Oggi possiamo dire che se questi dati non avranno inversione di tendenza, noi abbiamo già attivato la macchina della scuola per ripartire, con una quota del 50% che dovrà arrivare al 75% di didattica in presenza.”
“Quanto ai trasporti, ci vuole uno steward a terra che controlli i ragazzi affinché alle fermate non si creino assembramenti.”
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L’incidenza dei contagi in Veneto varia dal 2 al 4%. Un dato in calo che si riflette anche nell’occupazione dei posti letto. I positivi si negativizzano e diminuiscono i ricoveri dei positivi, spiega il governatore, che ricorda anche ai cittadini che l’Rt veneto è tra i più bassi d’Italia.
“Sui vaccini sembra che Pfizer torni a regime con le forniture. Purtroppo Astrazeneca riduce da 8 milioni a 3,4 milioni le forniture nel primo trimestre. Johnson ha il vantaggio di funzionare con una sola dose.”
“Uno scenario che ci permette di dire che a febbraio o marzo dovremmo vedere un po’ più di movimento nelle vaccinazioni. Il sogno è aprire i palazzetti per le vaccinazioni. Noi diecimila vaccini al giorno li facciamo, quindi abbiamo bisogno di forniture importanti.”
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