Il governatore del Veneto, Luca Zaia, si rivolge al presidente del Consiglio, Mario Draghi affinché ponga fine a questo tira e molla sulla chiusura-apertura delle scuole, ai cui estremi ci sono, da un lato molti presidenti di Regione e dall’altro il presidente Draghi con il sostegno del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi: “Non cerco la rissa. Draghi parlerà domani, ed è fondamentale che capisca che le Regioni sono al fronte: si faccia dare il quadro dei territori, tutti noi vogliamo tenere aperta la scuola, ma non ci sono le condizioni. Ci chiedono di svuotare il mare con il secchio. Il secchio non perde acqua, ma ha una capacità limitata”.
Ma Zaia va ancora più in là e, sperando pure in un ripensamento del governo sulla riapertura della scuola, chiede che si esprima il Comitato tecnico scientifico, che deve foralo se sono le Regioni a chiederlo:
“Come Regioni abbiamo chiesto il rinvio. Non voglio rompere nessun fronte, all’ultima riunione ho posto una questione che è stata messa nero su bianco: evitiamo di andare in ordine sparso, ma la comunità scientifica deve pronunciarsi” e “un rinvio di 15 giorni non vuol dire perdere il campionato. Il problema è che il risultato sarà che da lunedì avremo un sacco di classi in Dad, orari ridotti, ci trascineremo per una settimana e poi probabilmente si dovrà intervenire. Ci vuole una regia, ma qui i presupposti sono scarsi. E se le condizioni per aprire rimangono queste, senza ipocrisia: non siamo in grado di reggere”.
Zaia, fra l’altro, nel corso di una intervista a Repubblica dice pure che da lunedì nelle scuole venete “avremo dal 20 al 30% del personale che non si presenterà all’appello perché quarantenati, malati o non vaccinati”.
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