Concorsi

Zangrillo: riforma dei concorsi, assunzione in 180 giorni

Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, in una intervista al Messaggero spiega che da quest’anno lo Stato dovrà assumere oltre 150 mila persone per sostituire coloro che andranno in pensione. 

“Ho creato un gruppo di lavoro di esperti che sta lavorando a una riforma dei concorsi che ci permetta di tagliare tutti i tempi morti delle varie fasi delle procedure in modo da assicurare che i tempi restino rapidi”.

Eppure teme che nei concorsi molti posti restano vacanti soprattutto nei profili più elevati: “E una sfida complessa, ma devo dire che nel 2022 abbiamo rispettato gli impegni che ci eravamo presi. Sono entrate 157 mila persone nella Pubblica amministrazione. L’obiettivo di quest’anno è molto ambizioso, e i dati che abbiamo raccolto su come sono state gestite le procedure concorsuali negli ultimi due anni ci danno fiducia”.

 “Siamo passati da un tempo medio della durata delle procedure di concorso nel 2019, quindi prima della pandemia, di 780 giorni a 169 giorni nel 2022. Un risultato che ci pone tra i migliori in Europa. Naturalmente questo dato tiene conto del fatto che durante la pandemia abbiamo rivisto le procedure eliminando alcuni passaggi che erano incompatibili con il momento che stavamo vivendo”.

L’obiettivo, ha spiegato il ministro, è “che si arrivi dal bando all’assunzione in sei mesi, 180 giorni in tutto. È un obiettivo ambizioso, ma per rendere la Pubblica amministrazione attrattiva dobbiamo essere capaci di raccogliere queste sfide”. 
La settimana prossima Zangrilo riceverà i sindacati. La richiesta che riceverà sarà sicuramente quella di fondi per il rinnovo del contratto scaduto nel 2021. E ha così commentato: “Non mi nasconderò. Sono arrivato a ottobre e a novembre ho chiuso tre contratti ancora aperti, sanità, enti locali e scuola. Con il Tesoro siamo riusciti poi a trovare 1,3 miliardi per un aumento una tantum per il 2023. Con la prossima legge di Bilancio verificheremo gli spazi che ci sono. Che però, va detto con franchezza, al momento appaiono stretti. Tutti auspichiamo che si trovi una soluzione al conflitto in Ucraina. Se questo dovesse avvenire, ci sarebbe un boost per l’economia e sarebbe più facile trovare le risorse finanziarie anche per i rinnovi del pubblico impiego”.

Pasquale Almirante

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